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Bart Iaccarino

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Bart Iaccarino inizia a giocare a football nel 2000 nei Seagulls Salerno e, dopo la prima stagione, passa ai Marines per disputare u21 e campionato senior fino al 2003. Torna ai Seagulls, di nuovo Marines e poi va un anno in Spagna negli Imperials Reus (2005/06) dove viene nominato MVP della squadra. Dal 2007 al 2012 ai Marines Lazio, dove ha anche curato come head coach lo sviluppo di diverse squadre giovanili. L’ultima stagione ha giocato l’Eurobowl con gli Adlers Berlino. Subito dopo si è buttato nella nuova esperienza spagnola che sta vivendo con l’incarico di Head Coach e General Manager per gli Imperials Reus, mentre nel 2013 giocherà per i Pioners Hospitalet. Bart conta anche diverse presenze tra nazionale giovanile e senior.

IC: ciao Bart, raccontaci come sta andando in Spagna…
BI: Ciao a tutti, innanzittutto vi ringrazio per lo spazio concesso sul vostro blog, la mia nuova esperienza come head coach e general manager degli Imperials Reus, squadra del CIF9 se vogliamo paragonarlo al campionato italiano, sta andando davvero bene, abbiamo vinto la nostra penultima partita di RS questo weekend per 53-0 e siamo qualificati alle semifinali in casa matematicamente. Poi siamo riusciti a mettere su un nuovo programma giovanile da zero, in solo 2 mesi abbiamo messo in campo una flag U13 (vice campioni della coppa catalana 2012) ed una U15, una under 16 tackle che ha iniziato questo weekend il suo nuovo cammino con due vittorie nella prima giornata e abbiamo in attività un’altra 15ina di giocatori junior, niente male per essere solo il primo anno di attività per me.

IC: Quanto sono diverse la realtà spagnola, italiana e tedesca (in cui hai giocato lo scorso anno)?
BI: Veramente tanto, abissali se vogliamo paragonarle con quelle tedesche! La disorganizzazione regna sovrana, il livello della prima lega, diciamo la “IFL iberica” è davvero basso e la maggior parte dei giocatori spagnoli prendono questo sport come un hobby e non come un vero e proprio sport. Pochi di loro fanno un vero e proprio pre-season workout sia in palestra che fuori e vince chi ha la squadra leggermente meglio organizzata. Preparare le partite a volte è quasi impossibile a differenza della Germania dove è obbligatorio intercambiare video qui se li conservano come fossere tesori e a volte è davvero difficile fare un buon scout.

IC: Le differenze sono così abissali anche col movimento italiano?
BI: Decisamente sì!

IC: In ogni caso stai facendo un ottimo lavoro e i risultati stanno arrivando (sia a livello giovanile che senior)! Quali sono i problemi dello sviluppo del football americano in paesi come i nostri? Perchè fatica a mettere radici a differenza che in Germania, Austria e Francia, solo per citare i paesi più “avanti” ?
BI: Io penso che sia l’investire i soldi nei settori giovanili piu che nella prima squadra, la mia esperienza a Berlino mi ha fatto notare di quanto loro investano nei settori minori, che sono quelli che poi alla fine portano più soldi, dato che tutti pagano, e più fans, dato che i genitori, amici e familiari seguono con molto più interesse i ragazzi, poi con il tempo si affezionano al team e seguono anche la prima squadra. Lo stesso vale negli investimenti sugli allenatori nazionali, ogni allenatore tedesco è retribuito fa un lavoro d’ufficio prima di quello del campo e prepare la partita con tutto lo staff per i giocatori che arrivano al campo e trovano tutto pronto per poter affrontare al meglio la prossima squadra. Penso sinceramente che la FIDAF stia facendo un ottimo lavoro i numeri ed i dati parlano chiaro e credo che senza dubbio il futuro del football italiano sarà più che roseo.

IC: Ci sono dei prospetti spagnoli interessanti nella tua squadra e nel resto della lega?
BI: ho 3 ragazzi davvero forti, per ora giocano football, se un domani diventeranno giocatori di football potremmo chiamarli prospetti, per ora nella lega ho visto qualche buon atleta ma nulla di impressionante.

IC: Quali sono le limitazioni per i giocatori di scuola estera in Spagna?
BI: Qui in spagna puoi avere 3 americani in campo e tutti gli europei/oriundi chee vuoi, dalla seria A al cif9.

IC: Adesso parliamo di te. Sei uno dei più grandi appassionati di football che io conosca, hai sempre fatto di tutto per non staccarti un secondo da questo sport, tanto da cercare anche di unire il lavoro con la passione alla palla ovale. Blitz shop, giocatore, le innumerevoli esperienze come allenatore. Ma dove nasce questa passione? È merito di qualcuno in particole? Dove trovi tutte queste energie per non uscire mai dal campo da football?
BI: Sinceramente non lo so, per me questo sport è la mia più grande passione, è tutta la mia vita, mi viene naturale farlo perchè sto bene quando sono su un campo da football, quando vedo i miei ragazzi che si allenano ed escono soddisfatti e contenti dal campo, so che ho fatto bene il mio lavoro.
Mi ricordo che una persona un giorno mi disse “se a questo sport gli dai tutto, lui ti da tutto” io presi quelle parole alla lettera e da quel giorno ho dedicato a lui ogni singolo giorno della mia vita. Mi reputo una persona fortunata a poter fare un lavoro che è la mia passione ed è quello che mi piace davvero, svegliarmi la mattina guardare i video della mia squadra, preparare gli allenamenti e le partite nel miglior modo possibile per i miei ragazzi per me non ha prezzo.
Spero di poter arrivare un domani ad allenare negli States e coronare il mio sogno, far parte di un coaching staff di un programma scolastico americano, e sin quando non riuscirò a raggiungere il mio obiettivo continuerò a lavorare in questa direzione.

IC: Vuoi fare un augurio ai tuoi ex-compagni dei Marines?
BI: Gli auguro di vincere il campionato quest’anno che davvero, il gruppo di giocatori ed il programma che abbiamo portato avanti durante questi anni, se lo meritano.

IC: Grazie mille Bart e continua così! Hola!
BI: Gracias un monton a Simo y Gallo